L’utilizzo della stimolazione del padiglione auricolare a scopo antalgico si perde nella notte dei tempi della medicina più antica.
Alcuni storici la collocano presso i Persiani e gli Egizi.
Nel Neji Jing, testo classico cinese di oltre duemila anni fa, si parla del rapporto tra orecchio e organi interni.
Da Ippocrate (V sec. A.C.), padre della medicina occidentale viene riferito che questa pratica era nota ai cavalieri Sciti che vi ricorrevano, incidendo e facendo sanguinare delle venule nella parte posteriore dell’orecchio, per alleviare i dolori delle coxartrosi dovute al loro continuo cavalcare, così come anche per trattare l’impotenza.
Sempre Ippocrate riferisce della stimolazione di punti auricolari presso gli Egizi per scopi contraccettivi; riporta che le donne Egizie che non volevano più avere figli si facevano forare o cauterizzare un determinato punto dell’orecchio. Galeno diffuse la medicina Greca nella cultura Romana e riportò il valore curativo della scarificazione dell’orecchio esterno.
Anche presso la famosa scuola di medicina araba, di cui fece parte il famoso Avicenna, si utilizzava la cauterizzazione di particolari punti del padiglione per trattare cefalee, odontalgie, emicranie. Gli antichi guaritori Persiani erano noti per cauterizzare l’orecchio nel trattamento della sciatica.. I navigatori del Mediterraneo si foravano il punto centrale del lobulo con un orecchino d’oro per incrementare la loro acuità visiva. Questo punto del lobulo corrisponde al punto occhio del modello contemporaneo. La cauterizzazione auricolare fu utilizzata sporadicamente anche durante il Rinascimento.
A metà ‘800 in Francia si cominciarono a pubblicare numerosi articoli medici sul trattamento della sciatica tramite l’utilizzo della cauterizzazione auricolare.
Poi negli anni seguenti ci fu una fase di stasi e questa pratica fu abbandonata per la mancanza di basi scientifiche. Riprese credito nel 1950 grazie ai lavori di ricerca del Dottor Paul Nogier in Francia.
Un medico curioso
Si può certamente affermare che l’auricoloterapia moderna nasce grazie ad un medico curioso; infatti, Paul Nogier, medico francese, fu attirato da alcune bruciature che notava sulle orecchie di alcuni suoi pazienti. Scoprì che questi pazienti si erano sottoposti a trattamento presso una certa Madame Barrin, proveniente da Marsiglia, che operava singolari bruciature sul padiglione auricolare, riportando spettacolari successi terapeutici sia in condizioni acute che croniche. Scoprì che questa signora aveva ricevuto queste conoscenze dal padre, a cui era stato insegnato da un mandarino cinese. Nogier, incuriosito, si mise alla ricerca di informazioni in antichi libri della storia della medicina e cominciò la ricerca dei punti dell’orecchio dolenti alla palpazione mettendoli in corrispondenza con zone e organi dolenti del resto del corpo.
In quegli anni si andavano diffondendo i cerca punti elettrici per i punti di Agopuntura che mostravano sempre un abbassamento di potenziale elettrico rispetto alla cute circostante. Tali osservazioni sull’agopuntura portarono Nogier a sperimentare questi apparecchi sull’orecchio e cercò di verificare se anche sull’orecchio esistessero punti di minor resistenza elettrica. Ma trovò con sua delusione che non vi era differenza, in situazioni di normalità. Testando per caso una persona con sciatalgia nel punto che nelle tradizioni popolari si usava cauterizzare, riscontrò che quel punto dava un netto abbassamento di potenziale e risultava fortemente doloroso anche solo allo sfioramento, cosa che non accadeva testando altri punti dell’orecchio. Da questa iniziale osservazione iniziò una sistematica ricerca che lo portò nel 1956, al Congresso Internazionale di Agopuntura di Marsiglia, a presentare il suo lavoro.
Nogier ebbe la grande intuizione di immaginare un homunculus dell’orecchio come rappresentazione della correlazione anatomica tra orecchio e corpo, che aprì un universo di nuove possibilità di ricerca.
Attraverso centinaia di investigazioni si riconosceva uno schema nel quale dolori e disturbi corporei erano rappresentati sull’orecchio come in un “feto invertito”.
Questa rappresentazione somatotopica è molto simile all’omuncolo della corteccia sensoriale del cervello.
Nel 1965 il Dr. Nogier arricchì i suoi studi con la scoperta del segnale autonomo vascolare (VAS). Egli rilevò delle modificazioni della frequenza del polso radiale associabili alla stimolazione di determinati punti dell’orecchio. Questo segnale permetteva di acquisire informazioni diagnostiche più precise e conseguentemente un trattamento più mirato. Tra il 1970 e il 1980 pubblica i “Trattati di Auricoloterapia”, fornendo una mappa organica dei punti auricolari e nasce così l’ Auricoloterapia moderna.
L’entrata dell’Auricoloterapia nel mondo scientifico, però, si ha nel 1980 con una pubblicazione su Pain di Terry Oleson, famoso auricoloterapista americano.
Una pietra miliare nella storia di questa metodica è la sperimentazione, eseguita in doppio ceco, da Terry Oleson e il suo gruppo di ricerca dell’Università della California, che ha ridefinito il modello auricolare, verificando la corrispondenza tra problemi muscolo-scheletrici e zone identificate da Nogier e confermandoli nel 78% dei casi (Oleson 1980). Sempre Oleson nel 1996 pubblicò la prima edizione del suo Manuale di Auricoloterapia che riassume lo stato dell’arte, comparando le mappe e gli studi Europei e Cinesi.
Da allora sono state pubblicate molte ricerche che confermano l’efficacia dell’auricoloterapia soprattutto nel trattamento del dolore, sia acuto che cronico e dell’ansia. Per altri tipi di disturbi si stanno ancora aspettando conferme definitive, mancando ad oggi studi e chiare evidenze scientifiche.
Dai lavori di Nogier vari scienziati sono partiti per sperimentare campi di intervento e nuove teorie relativamente all’Auricoloterapia. Tra questi si possono annoverare Bahr, Jarricot, Romoli, Oleson, Sponzilli, Bazzoni, Pagani, Pellin, Groblas-Levi e Bourdiol.
La ricerca di base sta, attualmente, cercando di spiegare gli effetti dei riflessi terapeutici indotti dall’agopuntura auricolare. Come per l’agopuntura anche per l’auricoloterapia gli studi sembrano suggerire l’importanza del ruolo dei sistemi endorfinergici per spiegare i meccanismi sottostanti all’analgesia auricolare (Oleson 2002). Anche per l’auricoloterapia, inoltre, la stimolazione dell’orecchio nelle persone sane sembra associata alla modulazione del sistema nervoso simpatico e parasimpatico (Haker 2000).
Nel 1987 a Seoul e nel 1991 a Lione, l’OMS ha riconosciuto e standardizzato i punti di agopuntura auricolare. Analogo riconoscimento si ebbe nel 1997 a Bethesda – USA- a opera del National Institutes of Health.